AMA, CREA, VIVI

Client:Accademia delle Belle Arti di Napoli

Date:16 aprile, 2015

Online:Ruolo: DESIGN ORGANIZATION EVENT

Seminario. Un Mondo Nuovo Relatore: Ennio Capasa_Fondatore di COSTUME NATIONAL. La continua ricerca di un mondo nuovo, di una dimensione esistenziale diversa, forse mai vista, ma non per questo meno vera. L’etereo, il pensiero, la suggestione: l’oriente e la sua leggerezza nel vivere il quotidiano come se fosse già ieri. Il reale, la pozzanghera d’acqua, la razionalità del fulmine che incendia l’albero: l’occidente e il suo rigore filosofico. Contaminazioni. Questo il mondo nuovo che Ennio Capasa, creatore di COSTUME NATIONAL, declina nelle sue collezioni. Questo il punto di partenza di questo seminario che ha come obiettivo quello di presentare l’esperienza di Capasa agli allievi del Corso di Fashion Design. Un dialogo franco e concreto su quelle che sono le dinamiche che portano alla costruzione di una filosofia artistica da cui far nascere le collezioni. Un momento di confronto in cui gli allievi potranno condividere dubbi e incontrare “l’orizzonte con gli occhi di un marinaio che è stato troppo a terra”.

ABANAmodaeventoIMG_1523IMG_1490IMG_1519IMG_1484

Una mostra fatta per essere vista.
D’altro canto, paradosso nel paradosso, la mostra che si vuole descrivere raccoglie collezioni di moda che non chiedono altro di essere indossate per essere viste. Allora come fare? Si può riprendere una frase di Ennio Capasa, alla cui lezione/seminario questa mostra è collegata, che recita: “i sensi ci riportano a noi stessi. Il distacco è finito. Torno a parlare di me in prima persona.”. Ecco la mostra parla di persone in prima persona.
Questa è la mostra: un insieme di abiti “erba” che formano un giardino di fiori nel prato chiamato moda.
Questo è il lavoro svolto dagli allievi del corso di Fashion design dell’Accademia di belle arti di Napoli che nelle loro collezioni hanno parlato delle loro emozioni riportandole ai sensi. Un vestito si può guardare perdendosi nei suoi colori. Un abito si può odorare e in quegli odori si possono ritrovare le mani sapienti che l’hanno tagliato. Un abito si può toccare e attraverso le forme pensare alla persona che andrà ad indossarlo. Un abito si può ascoltare e leggere: ha una storia che è quella di chi l’ha pensato. I lavori dei nostri allievi hanno queste caratteristiche: sono fatti di pensieri nati da suggestioni, da emozioni, da vibrazioni figlie dell’analisi d’immagini, contesti, parole. Ad ognuno di loro è stato affidato un tema: un gomitolo di fili intrecciati che potevano condurre ovunque chi avesse voluto dipanarlo. E quell’ovunque è stata la strada dei pensieri, dei progetti, dei tagli, dei tessuti che hanno condotto ad una collezione. Uno sforzo ardito per chi, come questi ragazzi, per la prima volta si è trovato a confrontarsi con se stesso. Partendo dal tema gli allievi hanno progettato i loro abiti non prima di essersi confrontati con le idee che dovevano essere alla base della progettazione. Hanno seguito, quindi, nella letteratura e nella realtà che li circonda le tracce di quei vestiti che erano già dentro di loro e che volevano uscire. Progettazione rigorosa, ma allo stesso tempo piena di fantasia e colore. E dopo la progettazione, la realizzazione: faticosa e lenta. Da pezzi di stoffa senza forma ad abito. Questa la sfida raccolta da ognuno degli allievi che, faticosamente, ha costruito l’abito e l’ha portato all’aperto per farlo vivere.